E’ in quell’anno infatti che si svolge in Italia una grande Esposizione Universale, per celebrare i cinquanta anni della sua unificazione. L
e sedi dell’Expò erano Roma e Torino. Roma ospitava la parte dedicata alle Belle Arti, e per la realizzazione dei padiglioni riservati agli stati esteri venne scelta la zona di Valle Giulia, allora completamente fuori dall’abitato. Venne progettata per l’occasione la nuova sede della Galleria Nazionale d’arte moderna, e furono qui costruiti i padiglioni di Stati Uniti, Francia, Germania, Inghilterra, Russia, Giappone, ed altri ancora, che vennero però in gran parte rimossi alla fine delle celebrazioni.
Di quel gruppo di edifici rimasero quindi solo la sede della Galleria Nazionale e, accanto, l’Accademia Britannica; ma da quel nucleo iniziale, grazie ad una proficua collaborazione fra il Governo italiano e le nazioni che lo desideravano, nacque un picccolo quartiere, formato da molte e interessanti sedi di rappresentanza di varie culture nel mondo, esteso su ambedue i lati del Viale denominato delle Belle Arti, in ricordo dell’Expò del 1911.
Nel 1920 il Parlamento della Romania approvava una legge – ideata dallo storico Nicolae Iorga, che prevedeva la fondazione di una Accademia Rumena a Roma, ovvero una Scuola destinata al perfezionamento dei giovani romeni nel campo delle discipline umanistiche, delle belle arti e dell'architettura. La Scuola venne costruita a Valle Giulia ed inaugurata nel gennaio 1933.
Il progetto dell'Accademia Belgica vide invece la luce nel 1930, in occasione del matrimonio della principessa Marie-José con il principe Umberto di Savoia: doveva offrire accoglienza ai ricercatori e artisti belgi che venivano a Roma, e sviluppare le buone relazioni fra i due paesi. La nuova sede venne inaugurata nel 1939.
Sorsero con modalità simili l’Istituto Olandese, e, più tardi, quello Egiziano, Danese e Svedese.
Sull’altro lato del Viale il Padiglione Giapponese, edificato inizialmente nel luogo dove ora sorge la Facoltà di Architettura, in uno stile classico che aveva molto incuriosito i visitatori, venne ricostruito poco oltre, sulla base dell’accordo culturale fra Giappone e Italia firmato nel 1954, e completato nel 1962.
Un bellissimo giardino, una elegante atmosfera orientale accolgono i visitatori di questa meraviglia.
Ancora oltre, attestato su viale Bruno Buozzi, sorge l’Istituto Austriaco di Cultura, realizzato sulla base di un accordo stilato prima della seconda guerra mondiale, e completato nel 1950.
Molte Accademie richiamano nella forma architettonica lo stile dei loro paesi di origine: tutte sono funzionanti e ospitano interessanti iniziative culturali, rassegne di film, mostre ed eventi. Un piccolo, originale quartiere tutto da scoprire!
- di Francesca Targia -