la nascita del nuovo stile tragico, la Repubblica romana, le sculture classiche come Ercole e Lica, i Pugilatori, la Danzatrice con le mani sui fianchi (proveniente da San Pietroburgo, che gira sulla sua base); Antico e Moderno a confronto, l’Accademia di San Luca, l’esperienza come Ispettore delle Belle Arti, i busti del Pantheon, le opere per il Vaticano, la glorificazione postuma.
Attraverso ricercate soluzioni illuminotecniche, lungo il percorso espositivo è rievocata la calda atmosfera a lume di torcia con cui l’artista, a fine Settecento, mostrava le proprie opere agli ospiti, di notte, nell’atelier di via delle Colonnette. Dai tesori dei Musei Capitolini a quelli dei Musei Vaticani, dalle raccolte dei Farnese e dei Ludovisi ai marmi inseriti nel contesto urbano dell’epoca, furono tantissime le opere che l’artista - rapito dal loro fascino - studiò minuziosamente, rendendole testimoni e protagoniste del suo stretto rapporto con la città.
In mostra si ripercorrono gli itinerari compiuti dallo scultore alla scoperta di Roma, sin dal suo primo soggiorno. Sorprendenti, ad esempio, le sue parole di ammirazione nei confronti del gruppo di Apollo e Dafne di Bernini, visto a Villa Borghese, e riportate nei suoi Quaderni di viaggio.
Un’installazione di grande potenza emotiva riproduce infine in scala reale il gruppo scultoreo di Amore e Psiche giacenti al Louvre e apre una nuova sfida sui paradigmi della riproducibilità delle opere d’arte: la riproduzione, ad opera di un robot che ha scolpito incessantemente per 270 ore un blocco di marmo bianco di Carrara di 10 tonnellate, è infatti da leggersi come forma di rispetto per il pensiero dell’artista ed esprime l’aspirazione contemporanea a valorizzarne ancora una volta l’estro creativo.
- A cura della Dott. ssa Valeria Marino -
Appuntamento: Domenica 19 gennaio ore 10:15, Palazzo Braschi Piazza di San Pantaleo, 10 - Roma -
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